Intervista al dottor Remo Di Matteo
Dottore, lei è stato primario del reparto di Ortopedia dell’Ospedale di Camerino. Che legame ha con il nostro territorio?
Sono originario di San Benedetto del Tronto ma sono molto legato a questo territorio perché la mia professione è iniziata proprio qui, presso il reparto di Ortopedia dell’Ospedale di Macerata, dove ho svolto la professione traumatologica per 14 anni consecutivi. Avevo già frequentato in precedenza questo ospedale, durante il mio percorso universitario in qualità di specializzando nella divisione di Ortopedia diretta dal dottor Giancecchi.
Nel 2017 sono diventato Primario del reparto di Ortopedia dell’Ospedale di Camerino dove ho svolto la professione fino al 2020 ed in seguito sono diventato Primario dell’Ospedale di San Benedetto del Tronto, ma dallo scorso aprile ho deciso di dedicarmi esclusivamente alla libera professione.
Di cosa si occupa oggi principalmente?
Mi sono sempre occupato in primis di traumatologia, che rappresentava l’80-90% delle attività che venivano svolte in ospedale, ma ho anche coltivato un’attenzione agli interventi chirurgici che possono essere programmati, in particolar modo interventi artroscopici a vari segmenti: ginocchio, spalla e caviglia, e poi interventi chirurgici protesici soprattutto di anca e di ginocchio. Storicamente ho sempre trattato persone giovani e sportivi, per patologie del ginocchio e della spalla.
Oggi lei è entrato a far parte del team di specialisti del nostro Polo Medico e può contare sul supporto del Polo Riabilitativo e del Centro di Medicina dello Sport. Che importanza riveste questa sinergia fra reparti nello svolgimento della sua professione medica?
Parlando in ambito traumatologico, qui alle Terme Santa Lucia di Tolentino i pazienti possono trovare un vero e proprio punto di riferimento per affrontare il proprio percorso clinico. Grazie alla sinergia fra i reparti, si può avere un primo inquadramento, una prima analisi e una corretta gestione post-operatoria. Non c’è frammentazione nell’iter che il paziente si trova ad affrontare, qui è possibile “chiudere il cerchio” tra le attività svolte dalle varie figure professionali, e cercare così di accelerare i tempi di recupero. In un intervento chirurgico programmato, una buona preparazione pre-operatoria, un buon intervento e infine la propensione a svolgere l’attività riabilitativa, fanno la differenza.
Accennava che tra i suoi pazienti ci sono gli sportivi, può dirci qualcosa di più?
La traumatologia sportiva riguarda gli infortuni non acuti tipici dell'attività sportiva, che possono coinvolgere caviglia, ginocchio e spalla. Parliamo anche di lesioni dovute al sovraccarico funzionale, il cosiddetto overuse. In questi casi è importante l’integrazione con la figura del fisioterapista, perché buona parte di queste sindromi da overuse vengono inquadrate dal Medico Ortopedico ma poi sono gestite dal fisioterapista e dal preparatore atletico. A livello agonistico, infatti, la fisioterapia svolge anche una funzione preventiva dell’infortunio.
E la Fisioterapia in acqua?
Le Terme Santa Lucia di Tolentino sono l’unica struttura nella zona che dispone di una vasca riabilitativa che, specialmente per certi tipi di interventi, in particolare la spalla, aiuta molto nel recupero post-operatorio anche grazie a quel comfort maggiore non apprezzabile “a secco”. Si tratta di una vasca pensata e strutturata per la riabilitazione, con acqua ad una temperatura costante, molto diversa insomma dalla piscina normale, pensata per la comune attività fisica. Il Polo Medico delle Terme Santa Lucia ha grandi potenzialità, per la mia attività professionale è cruciale sapere di poter contare su una struttura che offre questo tipo di servizi, che sono importanti per poter seguire al meglio i miei pazienti in tutte le fasi del loro percorso.